Controllo indipendente di motivazione e azione aggressive

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 24 febbraio 2024.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Lo stato funzionale cerebrale di preparazione all’azione è in molti casi ben distinto dallo stato funzionale esecutivo dell’azione stessa; in particolare, l’agire per effetto della spinta del comportamento istintivo e delle emozioni, consente di distinguere uno stato motivazionale da una fase produttiva. Questi processi sono tradizionalmente studiati nella loro genesi ipotalamica nei roditori di laboratorio, in cui i comportamenti sociali sono ugualmente caratterizzati da una fase motivazionale seguita dal compimento delle azioni. In particolare, nel comportamento aggressivo è possibile distinguere lo stato motivazionale di propensione che polarizza l’attualità neurofunzionale e neuroendocrina verso l’obiettivo comportamentale, dall’aggressione vera e propria, e ci si chiede se il controllo della motivazione e dell’aggressione siano attuate da un unico processo di regolazione di una singola attività neuronica, o se le due fasi abbiano un controllo indipendente.

Tomohito Minakuchi e un nutrito gruppo di colleghi hanno studiato l’area ventrolaterale dell’ipotalamo ventromediale (VMHvl) nel suo ruolo di codifica della sequenza temporale che va dalla motivazione all’azione aggressiva, e sono riusciti a determinare i caratteri della regolazione mediante controllo inibitorio.

(Minakuchi T. et al., Independent inhibitory control mechanisms for aggressive motivation and action. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-023-01563-6, 2024).

La provenienza degli autori è la seguente: Princeton Neuroscience Institute, Princeton, NJ (USA).

Prima di affrontare la questione nodale del controllo della motivazione e dell’esecuzione di atti aggressivi, indagata dagli autori dello studio qui recensito, consideriamo il caso scolastico delle basi neurofunzionali del movimento volontario, così da aver presente la differenza con l’esecuzione di un pattern istintivo di aggressività che, nell’uomo, implica anche un importante intervento del circuito dell’abenula.

La corteccia motoria primaria precede ogni altra struttura nella rete di avvio del movimento volontario e codifica all’origine i caratteri del movimento che sono poi specificati da tutte le componenti delle complesse reti di neuroni alla base delle nostre azioni. La caratteristica funzionale principale nel movimento volontario non è costituita dalla mappa topografica precisa di tutto il corpo, muscolo per muscolo, che possiamo riconoscere nella corteccia motoria, ma dal realizzarsi di una sintesi integrativa di tutte le informazioni connesse in rete per consentire l’espressione della volontà del soggetto. In effetti, la corteccia motoria primaria è parte di una rete corticale distribuita di aree motorie, ciascuna delle quali svolge un ruolo nel controllo del movimento volontario. Per questo motivo, la corteccia motoria primaria deve essere considerata come una mappa computazionale dinamica, la cui organizzazione interna e le cui connessioni col midollo spinale convertono i segnali centrali relativi alle intenzioni motorie e le informazioni a feedback circa lo stato corrente degli arti, in comandi esecutivi del movimento stesso. Dunque la volontà, intesa come sintesi del volere esecutivo del soggetto espresso dall’attività globale coordinata dalla corteccia prefrontale, agisce comunicando alla corteccia motoria primaria lo stato interno del “sistema cervello” corrispondente alla decisione.

Questa sintesi concettuale estrema del movimento volontario è sufficiente a caratterizzare un ordine di processi che possiamo facilmente distinguere dal comportamento istintivo, che prevede uno “stato motivazionale” indotto da un bisogno (fame, sete, sonno, ecc.), e che entra in esecuzione per il superamento di una soglia, manifestandosi con pattern in gran parte specie-specifici.

Tomohito Minakuchi e colleghi hanno rilevato e dimostrato la codifica della sequenza temporale dalla motivazione aggressiva all’azione aggressiva da parte dei neuroni della VMHvl ipotalamica del topo.

La VMHvl riceve l’input inibitorio locale (VMHvl shell) e l’input di lungo raggio proveniente dall’area preottica mediale dell’ipotalamo (MPO) con l’accoppiamento funzionale con neuroni dagli specifici profili temporali. I modelli di codifica rivelano che, durante l’aggressione l’attività di VMHvl shellvgat+ ha un picco all’inizio di un attacco, mentre l’attività proveniente dall’input MPO – VMHvlvgat+ a specifici punti terminali dell’interazione.

La specifica attivazione dell’input MPO – VMHvlvgat+ promuove e prolunga un basso stato di motivazione, mentre l’attivazione di VMHvl shellvgat+ risulta in deficit legati all’azione, acutamente terminanti l’attacco. La stimolazione dell’input MPO – VMHvlvgat+ ha valenza positiva ed è ansiolitica.

Questi esiti sperimentali, presi insieme, dimostrano come distinti input inibitori diretti all’ipotalamo possono regolare indipendentemente le fasi motivazionale ed esecutiva, agendo sulla stessa sede nucleare ipotalamica.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-24 febbraio 2024

www.brainmindlife.org

 

 

 

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